Visioni

Opere dal 2006 al 2016

siamo felici di informarvi che a partire da martedì 19 maggio, la Galleria Edieuropa sarà nuovamente aperta al pubblico
secondo le disposizioni del DPCM del 26 aprile 2020.

Siamo felici di informarvi che a partire da martedì 19 maggio, la Galleria Edieuropa sarà nuovamente aperta al pubblico secondo le disposizioni del DPCM del 26 aprile 2020.

Nell’attesa di tornare ad accogliervi nella nostra sede di Palazzetto Cenci con la mostra “BONICATTI. Visioni. Opere dal 2006 al 2016”, prorogata fino al prossimo 19 giugno, abbiamo pensato di offrirvi un tour virtuale dell’esposizione

di Maria Teresa Benedetti

Bonicatti nasce come pittore di paesaggi evocativi tessendo, con rara maestria, dialoghi di luce in un rapporto sempre mediato nei confronti del reale. Tecnica mai smentita , in grado di giungere, come accade negli ultimi tempi, a soluzioni di estrema rarefazione.

Interni con finestre che si spalancano su orizzonti marini, immagini di architetture ritratti sull’acqua, arrese, sospese su eventi indefinibili e infine archi di luce su superfici notturne, animano una serie di dipinti che anticipano futuri risultati .

Fin dal primo studio su Porta dell ‘anima (2009) si individua la tendenza di una ricerca pitrorica degli ultimi anni dell’artista volta verso l’astrazione. Le numerose prove infaticabilmente realizzate mostrano una progressiva eliminazione di ogni elemento distraente dalla tenace ricerca di una dimensione altra.

Nel percorso di un lavoro solitario e concentrato attorno a una meta, talora toccata e mai definitivamente raggiunta, assistiamo a una graduale , int ensa liberazione verso un altrove sempre più difficilmente attingibile. Una dinamica che attrae e sconcerta, visto l’ardimenro di una scelta estrema, sorretta da una forte tensione per il mistero.

Corrado è stato un uomo apparentemente quieto ma segreto, capace di grande profondità nei rapporti , con un suo fascino non vistoso ma intenso. Rivela, nei confronti della pittura, un’energia virile sottesa a risultati sorprendenti nel voler cogliere il senso dell’esistere.

Un’atmosfera di chiarore diffuso domina Porta dell’anima; la presenza di tre archi di luce si riflette in una immaginaria antica cisterna sacra. Tre zone gettano luce su uno spazio interiore e simbolico, espressive della profondità dell’anima. Il colore si interiorizza in una superficie densa , forte , alternata a zone diradate, schiarite.

Altri studi testimoniano l’approdo alle due grandi tele conclusive Nel Profondo .

Nella prima si segnalano ancora misteriose presenze, segni circolari che accennano a una sorta di pausa accogliente, di abbandono . Quasi un invito a entrare insieme nell’ineffabile, un colore aranciato favorisce la dolcezza di un approdo.

Una ricca successione di esperienze, ampiamente testimoniata, si ritrova Nel Profondo 2 dove, nel segreto di una superficie ormai impenetrabile, i significati appaiono custoditi gelosamente nell’antica cisterna sacra. l’artista si è speso sulla grande tela con tutte le sue forze.

Tanti sono stati i rimaneggiamenti. Prima si intuiva un arco, poi un passaggio, poi una serie di solchi appena accennati. Infine è rimasta una cornice appena visibile con linee leggere come fessure. Sette anni di ricerca per arrivare all’intuizione dell’ineffabile.

Una riflessione notturna: “Io sono quello che guardo (vedo). Io sono anche quello che vedo”

diviene rivelatrice di una totale identificazione fra l’artista e l’opera, fuse nella percezione di universalità.

Nel percorso tormentato che prelude all’epilogo dell’esistenza, compaiono momenti di pausa dove la speranza torna ad accogliere sensazioni cromatiche di libertà. Un canto leggero in levare e impareggiabilmente felice caratterizza i due dipinti Liberazione (2015) e Liberazione 2 (2015). La magnetica intensità della superficie indica, originalmente, la capacità di esprimere l’assoluto.

Un forte senso dell’umano torna a battere nei risultati artistici dell’ultimo periodo. I due dipinti Per tutti i bambini del mondo, da lui intitolati anche “per un futuro migliore e nonostante tutto c’è speranza”, toccano in modo sensibile e profondo il cuore di un problema che

Le Opere

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